A conclusione della lettura, quello che riesco ad esprimere:
“… lanciò nell’aria un grido da gabbiano:- Laggiù soffia! Una gobba come una montagna di neve. E’ Moby Dick!”
I tre giorni di inseguimento sono tanto frenetici e violenti da richiedere riposo, senza tuttavia riuscire ad averlo, siamo col vecchio e folle Achab, impossibilitati anche noi a fermarci, a rimandare, a desistere dal farci trascinare dal desiderio di vivere il grande incontro da tante “pagine” atteso!
E alla fine resto senza respiro, resta il bisogno di chiedere perdono a Moby Dick e liberarlo per sempre da ramponi e funi, resta la compassione e l’ammirazione per tutti gli uomini del Pequod.
Ogni parte del libro ha il suo fascino: un mondo lontano, per me sconosciuto, che sa dare perfino informazioni particolarissime, punti di vista speciali scritti da chi su quel mare, su quelle baleniere ci è vissuto… uniti a riflessioni, a dialoghi teatrali, a descrizioni piene di poesia.
Ora mi sento soddisfatta, cresciuta sì, ma anche un po’ orfana.
(cap. 133. 134, 135 L’inseguimento. Primo giorno. Secondo giorno. Terzo giorno.)
Qualche altra indicazione:
“… Moby Dick si compose sotto la penna di Melville, cambiando per strada, fisionomia, struttura … il suo gigantismo come la metamorfosi creativa si scopre nella deformità, asimmetria, irrazionalità e mutevolezza del libro. Moby Dick si affermò infatti nel secolo successivo, nel Novecento, quando si comprese il nesso tra letteratura e inconscio. Nella luce dell’Ulisse di Joyce, la deformità di Moby Dick poteva diventare perfino ordinata e con gli studi di Freud, l’incubo della balena diventa leggibile. La bellezza di Moby Dick dovette quindi aspettare una grammatica mentale che potesse decifrarla.
Il racconto inizia con le comiche peripezie di Ismaele e cambia quando il libro scende in mare con l’eroica partenza del Pequod nel freddissimo giorno di Natale, per inserire molti libri differenti lungo il percorso, libri di cetologia, tecnologia, geografia, filosofia… fino all’attesissima e apocalittica tragedia finale.” (tratto liberamente dall’introduzione a “Tre scene da Moby Dick” di A. Baricco)
Altri capitoli da rileggere:
Capitolo 30. La pipa – Achab smette di fumare –
Cap. 36. Il ponte di comando (Entra Achab poi tutti) – scena del doblone d’oro –
Cap. 41. Moby Dick – presentazione di Moby Dick da parte di Achab e dei marinai: sublime (lettura di pag.162,163 e nel video degli inseparalibri indicato da mio figlio T.)
Al minuto 7:24 lettura di Moby Dick
Altri articoli pubblicati da me durante la lettura di Moby Dick:
– Moby Dick – 01 nov 2015
– Buon Natale (in Moby Dick) – 25 Dec 2015
– La vita come un telaio (in Moby Dick) – 08 Feb 2016
– “La coperta” del capodoglio (Moby Dick) – 07 Mar 2016
– Capodoglio e balena franca in Moby Dick – 28 Mar 2016
MOBY DICK – Banco Del Mutuo Soccorso –
Ciao da Alicemate /Maria Valenti
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