Dovrei fare cose più utili e sagge, ma dai, un momento e scrivo qualcosa del mio “giardinaggio”, sì perchè è una piccola cosetta che si è formata nel corso della mia vita, quando? Quando ho scoperto che è bello vedere e curare cose belle, è come circondarsi di amore, di gioia. Non è come veder crescere l’insalata o cogliere i pomodori maturi nel piccolo orto che d’inverno diventa triste e dismesso, in primavera è tutto sudore e in autunno ci saluta. Il giardino no, il giardino c’è sempre, ci circonda sempre, ci ama sempre senza sfamarci lo stomaco ma soddisfando l’anima.
E allora concediamoci questo lusso di pace, questo spreco di tempo, questo regalo d’amore.
Il giardinaggio delle donne poi è diverso da quello maschile, è come… come in cucina: le donne lo fanno ogni giorno con semplicità e pazienza, senza professionismo. La cucina femminile è utile e quindi indispensabile, la cura dei fiori spesso è mal tollerata, compatita, una debolezza!
I fiori recisi sono il regalo alle donne che pare il massimo del donare, il massimo dello spreco, con la loro poca durata!
No, ho scoperto che il mio fiore è la cura del fiore, la voglia di vederlo a suo agio vicino a me, capaci entrambi di aiutarci a vicenda con il nostro esserci e il nostro allontanarci, il nostro cambiare, il nostro soffrire e morire nella terra.
Il fiore reciso muore sicuramente, spesso per distrazione, quello in terra può gioire di più se a volte ce ne disoccupiamo. Sì proprio come succede a tutti i viventi, se lasciati soli trovano il loro tempo, il loro ritmo e respirano!
Dunque vado a mettere qualche foto? Lo faccio con le ultime fatiche di ieri sulla scarpatina del parcheggio della casa dei Cech: dalle 11 alle 19 quasi senza sosta con guanti e falcetto, e piccole macchine di supporto, per liberare le piante che hanno resistito a tutto, a cervi, caprette, erbe infestanti di ogni tipo o pioniere di terreni difficili, inverni rigidi ed estati assolate, primavere di lotta per salvarsi un posticino e autunni di abbandoni.
L’erba è alta, il trifoglio e una gramigna rampicante strisciano e avvolgono quel che possono… al lavoro!
- prima del lavoro
- rosmarini liberati
- lavanda liberata
- roselline “liberate”
Ho dato spazio anche all’agrifoglio deformato dalla fame delle caprette, al bel cespuglio di ginestra ora sfiorito, alla piccola erica che spero riesca a farsi largo, al profumato timo che sta colonizzando felice, al caprifoglio che non è in buone condizioni, e alla piccola spirea troppo trapiantata.
E poi mi riposo guardando il mio lavoro e quello più importante della Natura!
Scritto, documentato e pubblicato da
Maria Valenti/Alicemate ^_^
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Articolo sull’orto della casa nei Cech qui
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